Quella sensazione di imbarazzo, il sentirsi inadeguati ed esposti al giudizio degli altri sono ottimi motivi per evitare l’inutile frustrazione di iniziare qualcosa di nuovo. Fare ciò che si sa di saper fare è spesso la miglior soluzione. Alimenta l’autostima, ci fa sentire autoefficaci e ci permette di racimolare approvazione dall’esterno.
O forse no?
Il concetto di zona di comfort suona tanto bene, comfort è una parola avvolgente che rimanda a un senso di sicurezza e di calore. Ma c’è un ma.
Rimanere confinati nella propria zona di comfort, che spesso di comfort ha ben poco, è la principale minaccia alla crescita e allo sviluppo personale. Se sul breve termine ci garantisce comodità e soddisfazione, ben presto si trasforma in un senso di costrittività e insofferenza, da cui tuttavia non si riesce a sfuggire per paura. E quando proviamo paura, biologicamente siamo programmati per difenderci: attaccando (fight), fuggendo (fly) o congelandoci (freeze).
La zona di comfort rappresenta una forma di difesa dagli errori e dall’esperienza dello sbagliare, assimilabile al freezing. Rimaniamo immobili, impotenti di fronte al timore di un insuccesso, di un giudizio o di un autogiudizio. E quando la paura decresce perché abbiamo accuratamente evitato la fonte da cui origina, emergono frustrazione e insoddisfazione.
Sbagliare è vitale per l’essere umano. Significa che ci stiamo dando la possibilità di apprendere, crescere ed evolvere. E non si tratta di superare la paura dell’errore, quanto piuttosto di attribuirgli un significato diverso.
In un’epoca votata al successo e al risultato “tutto e subito” l’errore, semplicemente, non sembra essere ammesso.
Se torniamo con la memoria ai tempi della scuola, ricorderemo sicuramente che l’errore ci veniva segnalato con la minacciosa penna rossa, spesso omettendo la spiegazione dell’errore stesso o dimenticando di fornire gli strumenti perchè non si commettesse più quello sbaglio. Hai sbagliato e te lo segnalo, punto. Con la penna rossa, che risalta di più.
Ma se attribuiamo all’errore un altro tipo di significato le cose assumono tutt’altra prospettiva
L’errore rappresenta un’istantanea che ci segnala che una certa cosa, in un dato momento, non la conosco o non la so fare. Ma un errore non è per sempre e non ci definisce come persone. Non siamo il nostro errore. Siamo piuttosto persone che in un certo luogo, in una certa ora e rispetto a una certa attività hanno commesso un errore, perchè stiamo imparando, perchè stiamo affrontando per la prima volta una situazione nuova o semplicemente perché siamo particolarmente emozionati.
Mai smettere di sbagliare dunque, perchè significa che siamo in movimento. Accogliamo gli errori come parte del processo e facciamoli diventare i nostri migliori amici, hanno molto da insegnarci!